Cinigiano vince la battaglia contro Poste italiane

12736217Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana dà ragione al comune di Cinigiano e impone a Poste Italiane di mantenere l’apertura dell’ufficio postale di Monticello Amiata. La sentenza datata 25 febbraio con cui si accoglie il primo dei ricorsi presentati dai Comuni interessati, quello del Comune di Cinigiano (Grosseto), disponendo l’annullamento degli atti impugnati, dà buone speranze anche per l’esito degli altri ricorsi analoghi, sui quali il Tar si pronuncerà il 6 aprile e il 18 maggio prossimi. Una lunga battaglia condotta da molti piccoli comuni della provincia grossetana di cui Cinigiano aveva fatto da apripista: Borgo Carige, Ravi, Pereta, Santa Caterina, Montorgiali. Tutti graziati da una prima sospensiva del Tar , quella del 6 ottobre scorso che bloccava la decisione di poste di razionalizzare i piccoli presidi postali. La ricostruzione dettagliata della storia la racconta la sentenza che oggi garantisce a Monticello il suo ufficio. Cinigiano per primo, dunque, chiedeva l’annullamento del provvedimento datato 4.02.2015, con il quale Poste Italiane S.p.A., deducendo la necessità “di adeguare l’offerta di Poste Italiane all’effettiva domanda dei servizi postali nel territorio comunale preannunciava che “con decorrenza 13/4/2015 si procederà alla chiusura dell’ufficio postale di Monticello dell’Amiata sito in Via Amiata, 4″”. Una decisione contro la quale si era opposto duramente il comune di Cinigiano e tutta la cittadinanza di Monticello che aveva manifestato davanti all’ufficio postale in massa. Nella camera di consiglio del 20 maggio 2015 il Comune aveva rinunciato alla domanda incidentale di sospensione dell’efficacia dell’atto impugnato, dando per buona la promessa di Poste che sosteneva che avrebbe” avviato un più ampio processo di dialogo con le Istituzioni Locali per l’analisi di dettaglio dei territori in relazione agli interventi di attuazione del Piano” . Un punto importante, questa promessa di dialogo, che poi era stata disattesa, perché poco dopo Poste Italiane, senza consultare nessuno, preannunciava, con decorrenza dal 7 settembre 2015, la chiusura dell’ufficio postale di Monticello dell’Amiata. L’atto in questione veniva impugnato il 29 luglio 2015 e aveva ottenuto, appunto, la prima sospensiva. Quelle motivazioni su cui si basava il ricorso erano dunque quelle giuste. Lo dice a chiare note la sindaca di Cinigiano Romina Sani che esulta alla notizia che il Tar ha sentenziato a pro dei monticellesi: “ Non si può eliminare un ufficio postale per mere questioni economiche-spiega il sindaco Romina Sani-dal momento che la condotta di Poste Italiane determina effetti di carattere generale su un’intera popolazione locale, violando quegli obblighi di servizio universale che, per il diritto comunitario, gravano innanzi tutto sugli Stati. Questo è il punto essenziale su cui ci siamo battuti e che è stato riconosciuto valido in sentenza. E anche le norme europee hanno assegnato particolare rilievo alle esigenze degli utenti, in particolare delle zone rurali e di quelle scarsamente popolate. L’ufficio postale rappresenta un presidio, un punto di aggregazione per la comunità e di questo uno stato ne deve tenere conto”. E la sindaca aggiunge: “Oltretutto Poste italiane non aveva interloquito con l’amministrazione, dopo la prima sospensiva, come invece aveva promesso e ha proceduto coi tagli senza minimamente curarsi degli interessi e dei bisogni di una comunità periferica e emarginata”. Il sindaco di Cinigiano, dunque, è particolarmente soddisfatto: “Siamo soddisfatti perché si riconosce-dice-il diritto di uguaglianza, in questo caso un vero e proprio diritto civile, quello di godere di un servizio che fino a prova contraria è universale. Speriamo che questa nostra prima vittoria sia la vittoria di tutti i comuni che hanno fatto ricorso”. La sindaca Sani ha dato lettura della sentenza grazie alla quale Monticello potrà mantenere l’apertura per tre giorni settimanali del suo ufficio postale, nel consiglio comunale del 25 febbraio.

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