Coldiretti chiede più tutele per le stalle toscane: bestiame locale è un patrimonio di biodiversità

Asinello amiatinoVia libera alla legge che valorizza le produzioni italiane di carne e latte dalle quali derivano i primati delle eccellenze agroalimentari Made in Italy partendo dalle stalle italiane e dai milioni di animali allevati nel nostro Paese. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al decreto legislativo sulla disciplina della riproduzione animale approvato dal Consiglio dei Ministri con il quale si punta alla riorganizzazione dei servizi al settore zootecnico in particolare per quanto riguarda la selezione, ricostituzione e soprattutto la conservazione del patrimonio zootecnico nazionale. Una necessità – sottolinea la Coldiretti – per rispondere a una sempre maggiore richiesta di tracciabilità, sicurezza alimentare e sostenibilità degli allevamenti. La norma – spiega la Coldiretti – oltre a confermare il ruolo degli “Enti selezionatori” nella realizzazione di programmi genetici riconosce l’importanza della gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici per la conservazione della biodiversità e la valorizzazione delle razze autoctone. Inoltre viene stabilita la creazione di un Comitato nazionale zootecnico per pianificare l’attività di raccolta dei dati negli allevamenti che confluiranno nella Banca Dati Unica Zootecnica a livello nazionale.
“La zootecnia toscana ha da sempre rivesto un ruolo strategico nell’economia agricola regionale ed ha, nella ricerca spinta e costante della qualità, l’unica strada percorribile per guardare con positività al futuro non solo delle aziende zootecniche ma anche di tutti gli altri settori produttivi che, come indotto o come supporto, traggono vantaggi dalla presenza degli allevamenti sul territorio toscano. – Ha commentato Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana- La salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la produzione di prodotti zootecnici tipici ed apprezzati nel mondo come carne, formaggi, salumi, rafforzano ed alimentano uno stretto ed inscindibile rapporto tra la zootecnia, l’agricoltura in genere, ed il turismo e le altre principali attività economiche della regione”.

Gli allevamenti toscani, pur non risultando numericamente significativi rispetto ad alcune altre regioni italiane particolarmente zootecniche, si contraddistinguono e primeggiano per l’alto profilo genetico e per la ricchezza della biodiversità. Oltre alla Chianina, Razza autoctona per eccellenza (nota come le regina delle razze da carni bovine), la Toscana ha il primato, tra le regioni italiane, della presenza del maggior numero di specie e razze autoctone. Per i bovini: Chianina, Calvana, Maremmana, Pisana, Pontremolese, Garfagnina; per gli ovini: Massese, Pomarancina, Pecora dell’Amiata, Zerasca, Appenninica, Garfagnina Bianca; per gli equini: Maremmano, Appenninico, Monterufolino, Asino dell’Amiata; per i suini. Cinta Senese, Grigio del Casentino; per gli avicoli: Valdarnese Bianca.
In toscana sono oltre 2000 gli allevamenti iscritti ai libri genealogici con circa 82000 capi registri tra i quali spiccano 43000 capi ovini e 32000 capi bovini.
“Queste specie e razze rappresentano un patrimonio di biodiversità ed anche se caratterizzate da una esigua consistenza del numero di capi sono un patrimonio che occorre assolutamente tutelare e valorizzare” ha commentato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana. “Questo decreto – continua – è un passo avanti importante per tutto il settore anche per non disperdere quei risultati fin qui raggiunti dalle associazioni nazionali e regionali degli allevatori che hanno portato il nostro Paese ad essere tra le primissime zootecnie mondiali”.

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