La fine dell’inverno: la Candelora

98657567Candlemas, o se preferite Imbolc, la cristiana Candelora, a metà fra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, è la festa che purifica e rigenera, viene celebrata il 2 di febbraio, un mese considerato periodo di passaggio tra i rigori dell’inverno e il risveglio della natura.

Il nome febbraio deriva da “frebrua”, i panni usati per raccogliere il sangue delle vittime sacrificali, con funzione purificatrice. A Roma si celebravano le feste di Giunone “sospita” (la salvatrice) e “februata” (la purificata), che costituivano parte di una lunghissima cerimonia, che cominciava con le onoranze rese alle tombe dei propri cari e le invocazioni ai Lari, gli dei protettori della famiglia e della casa, a cui seguivano i Lupercali, per ricordare la lupa che aveva nutrito Romolo e Remo, i Quinali in onore del dio Quirino, i Fornaciari, in onore della dea del pane, e infine i Terminali in onore del dio Termine, che proteggeva i confini del territorio romano; in pratica i festeggiamenti duravano tutto il mese.

I Cristiani trasformarono Imbolc di tradizione celtica nella festa di Santa Brigida, che assunse le caratteristiche di Bride, badessa del convento di Kildare in Irlanda, la quale aveva ordinato che fosse tenuto sempre acceso un fuoco per la gloria divina.

La Candelora commemora il ritorno al Tempio di Maria, dopo la nascita di Cristo. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla celebrazione il titolo di “Presentazione del Signore”, che aveva in origine. Ogni donna, secondo l’usanza ebraica, dopo aver partorito era considerata infatti impura per quaranta giorni; prima di poter entrare di nuovo in uno spazio consacrato, doveva compiere una cerimonia di purificazione, dopo la quale poteva presentare il nuovo figlio al Tempio. Il 2 febbraio cade proprio dopo quaranta giorni dal 25 dicembre, data del parto di Gesù.

Maria aveva con sé una candela, simbolo della luce che suo figlio avrebbe portato sulla terra; per tale motivo è rimasta l’usanza di accendere e distribuire candele ai fedeli in questo giorno, contro calamità e tempeste.

La Candelora, collocata a mezzo inverno nel tempo astronomico, coincide nel ciclo agreste-vegetativo con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera; il più famoso detto popolare a tal proposito recita: “Per la Santa Candelora de l’inverno semo fora, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro”. Questo per i nostri nonni stava ad indicare che se il giorno della Candelora faceva bel tempo, si dovevano ancora aspettare diverse settimane prima che l’inverno finisse e arrivasse la primavera. Al contrario, se alla Candelora era brutto tempo, la primavera stava già arrivando.

Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di San Biagio, nella quale è tradizione, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente, poiché tra i miracoli attribuiti a questo Santo, figura anche il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce; per questo, nell’iconografia, San Biagio viene spesso rappresentato con le candele.

Negli Stati Uniti la festa religiosa è stata sostituita da una laica, “il giorno della marmotta”, Groundhog Day, sempre il 2 febbraio. La tradizione vuole che in questo giorno si debba osservare il rifugio di una marmotta, Se questa esce fuori dalla tana e non riesce a vedere la sua ombra perchè il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto, se invece vede la sua ombra perchè è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa dentro, mentre l’inverno continuerà per altre sei settimane.

Da Venerio
Aurelio Visconti
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