Il Carnevale

Rappresentazione – Mascheramento – Aspetto canoro

SANTA FlORA-MARRONETO
Passato
Rappresentazione del Bruscello(“Arbuscello”) in Piazza Garibaldi, con cantori del luogo (Tortelli di Selva, Tinaccio, Tronci, Cardini ecc.).
Per Giovedl Grasso i ragazzi giravano in paese e al Marroneto con lo “speto” di legno, a raccogliere carne di maiale (dicevano: «untami lo speto»).
Per Martedì Grasso, durante il ballo e in prossimità della mezzanotte, veniva rappresentata la morte del Carnevale con un uomo adagiato sopra una barella e portato a spalla; estreme cure e morte; a mezzanotte, al suono della campana lo portavano via.
I “Gobbi” di Marroneto e il canto itinerante di questua nelle borgate.
Le satire nelle strade, la cattura e la punizione di coloro che venivano sorpresi a lavorare nell’ultimo giorno di Carnevale. Dolci (castagnole e frappe).
Presente
La squadra dei “Gobbi” di Marroneto propone ancora il canto di questua, la punizione a chi viene sorpreso a lavorare, il testamento e la morte del Carnevale, nel giorno di Martedì Grasso.

BAGNORE
Passato
Feste da ballo e mascheramenti.
Morte del Carnevale alla mezzanotte dell’ultimo giorno (funerale e canto “È morto il Carnevale, chi lo sotterrerà”) fino all’inizio della seconda guerra mondiale.
Per alcuni anni, sempre nell’ultimo giorno, bruciavano un fantoccio di paglia, nella piazza centrale.
Dolci (strufoli, castagnole).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

BAGNOLO
Passato
Festa da ballo e mascheramenti; morte del Carnevale alle 24 dell’ultimo giorno (percuotevano un uomocon la “paletta” (osso) del maiale e lo portavano via).
Presente
Nessuna azione di festa.

SELVA
Passato
Festa da ballo e mascheramenti; morte del Carnevale alle 24 dell’ultimo giorno (percuotevano un uomo, mascherato da vecchio, con un baccalà ed un cavolo, lo facevano cadere a terra e lo portavano via dalla sala, facendo il funerale; festa interrotta nel 1960.
Presente
Nessuna azione di festa.

CASTELL’AZZARA
Passato
Rappresentazione delle satire; un uomo girava per l’intero paese con un “somaretto” e il carretto tutti infioccati, seguito dai ragazzi divertiti, cantando “È morto il Carnevale!”, nei pomeriggi di Giovedì e Martedì Grasso. Tradizione interrotta nel 1939.
Nella famiglie veniva proposto il gioco del “beccà l’evo” durante la veglia dell’ultimo giorno (il gioco consisteva nell’afferrare con la bocca un uovo lesso in un recipente pieno di acqua calda).
Dolci (castagnole con miele, ciambelline).
Presente
Nessuna azione di festa; solo i dolci.

SELVENA
Passato
Per Giovedì Grasso i ragazzi andavano a raccogliere la salsiccia in paese e nei poderi e la infil-
zavano in un bastone acuminato (“lo speto”).
Durante il ballo dell’ultimo giorno, a mezzanotte, battevano con bastoni un fantoccio di paglia vestito di abiti stracciati e dicevano: «Ammazziamo il Carnevale!»
(Usanze ambedue interrotte con l’inizio della 21 guerra mondiale).
Dolci (castagnole e migliacci con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

PIANCASTAGNAIO
Passato
Per Giovedì Grasso i ragazzi facevano il “Bucuciccio” con lo “speto”, in paese e in campagna, raccogliendo pancetta, buristo e salsiccia.
Satire per la strada, mascherati da gobbi, con barroccini e calessi, sia a uomini che a donne. Feste da ballo e mascheramenti.
Dolci (castagnole, strufoli e fiocchi con miele o zucchero).
Presente
I ragazzi fanno ancora il “Bucuciccio”, ma solo in paese, raccogliendo denaro, caramelle e dolci.
Si fanno ancora i dolci nelle case.

TRE CASE-SARAGIOLO
Passato
Qui il Carnevale iniziava il giorno successivo la Befana.
Per Giovedì Grasso i ragazzi facevano “il Cuccucicciare” con lo “speto” a cercare carne di maiale.
Per strada si facevano le satire.
Durante il ballo dell’ultimo giorno un uomo si mascherava da vecchio (il Carnevale) ed un altro da donna (la Quaresima) con un baccalà in mano. La Quaresima batteva con un bastone il Carnevale e lo rimproverava dicendogli: «L’hai finiti polli e galletti, guarda che c’è per te!» e gli mostrava il baccalà. Il Carnevale cadeva, poi moriva e veniva portato via su una barella. (Tradizione interrotta dal 1956).
Dolci (castagnole con miele, cenci e frati con zucchero a velo).
Presente
I ragazzi fanno ancora il “Cuccucicciare” ricevendo denaro. Si fanno ancora i dolci nelle case.

ABBADIA SAN SALVATORE
Passato
Rappresentazione del Bruscello epico e cavalleresco, in piazza S. Croce, fino al 1930 (Storia di Nerone – I paladini di Francia – S. Eustachio ecc.)
Satire a uomini e donne (spesso con somaro, barroccio e ghirlande di granturco). Feste da ballo e mascheramenti.
Bruciavano un fantoccio di paglia, per l’ultimo giorno; un anno fecero il “bamboccio” di farina dolce, ma non fu di buon auspicio poiché il successivo raccolto fu disastroso, dando luogo ad un aneddoto-preghiera: «La disprezzerete più la pulendina? … MÌ…NO!. .. MÌ…NO!» Dolci (castagnole e fiocchi con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa. Solo i dolci.

RADICOFANI
Passato
Per Giovedl Grasso i ragazzi facevano il “Cuccuciccia” con lo “speto”, in paese e campagna. Componevano le satire e ne fissavano il testo sulla porta degli interessati (fino al 1950). Durante il ballo dell’ultimo giorno ammazzavano il Carnevale percuotendo simbolicamente un uomo e portandolo via, come in un funerale.
Presente
I ragazzi fanno ancora il “Cucccueiccia” ricevendo denaro, uova e carne.

CONTIGNANO
Passato
Rappresentazione satirica del “Barudda” nell’ultimo giorno di Carnevale; Barudda era un fantoccio di paglia vestito con vecchi abiti e rappresentante il Carnevale; veniva caricato sopra un somaro, accompagnato in giro per il paese dalla gente mascherata. Poi spostato su un barroccino, portato di nuovo in piazza dove sopraggiungeva una improvvisa malattia e la morte. Così, giudicato·sicuramente infetto e pericoloso, veniva bruciato mentre gli cantavano: «Povero Barudda, si sente tanto male!».
Dolci (crogetti con miele).
Presente
Rito del “Barudda” invariato. Nelle case si fanno ancora i dolci.

CASTIGLIONE D’ORCIA
Passato
Satire popolari per le strade proposte da uomini mascherati, con buoi e carro (fino al I 939/40).
Dolci (crogetti con miele e zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

VIVO D’ORCIA
Passato
Festa da ballo.
Dolci (fratini e crogetti con miele)
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CAMPIGLIA D’ORCIA
Passato
Nel primo giorno di Carnevale (il giorno successivo la Befana) rappresentavano le satire nelle strade; uomini mascherati recitavano e cantavano versi critici diretti al comportamento, al carattere ecc., di persone che nell’arco dell’anno trascorso avevano fatto parlare di sé (fino anni ’50)
Presente
Nessuna azione di festa.

BAGNI SAN FILIPPO
Passato
Nell’immediato dopoguerra, solo per due anni, gli uomini del paese si mascherarono e fecero le “satire”, tirando castagne quali confetti e accompagnandosi con il suono di una fisarmonica. Nel pomeriggio dell’ultimo giorno di Carnevale, per alcuni anni, rappresentarono la morte del Carnevale, con la cassa da morto, il prete e il funerale.
Dolci (crogetti con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

ROCCA D’ORCIA
Passato
Festa da ballo.
Dolci (crogetti con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

SEGGIANO
Passato
Mascheramenti.
Per Martedì Grasso preparavano un fantoccio di paglia con vecchi abiti che veniva portato lungo tutto il paese sopra ad un somaro; gli suonavano poi una marcia funebre e lo portavano fuori dal paese, al fosso “Matrolla”, dove veniva bruciato.
Dolci (crogetti con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

PESCINA
Passato
Nell’ultimo giorno di Carnevale, durante la festa da ballo, prendevano un uomo e gli mettevano un vecchio cappello; poi velocemente lo sostituivano con un fantoccio di paglia e portato all’aperto lo bruciavano. Tradizione interrotta negli anni 39/40.
Dolci (crogetti con miele e frati con zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CASTEL DEL PIANO
Passato
Il Carnevale qui iniziava il giorno successivo la Befana.
Durante la festa da ballo dell’ultimo giorno, un giovanotto rappresentava il Carnevale morente e veniva portato via a braccia, su una tavola, improvvisando un funerale.
Dolci (strufoli e frati con zucchero o miele).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

MONTENERO
Passato
Iniziava il giorno successivo la Befana.
Mascheramenti delle sole donne per la festa da ballo dell’ultimo giorno. Durante la festa da ballo gli uomini cantavano le “satire” alle ragazze. Dolci (crogetti e frati).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

MONTEGIOVI
Passato
Nell’ultimo giorno accendevano alcuni fuochi di fascine nelle piazzette del paese.
Dolci (crogetti e frati con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

ARCIDOSSO
Passato
Feste da ballo nelle case; si mascheravano.
Nell’ultimo giorno bruciavano un fantoccio vestito e piano di paglia, rappresentante il
Carnevale.
Dolci (strufoli con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

MONTELATERONE
Passato
Rappresentavano il “Bruscello della morte del Carnevale” durante il pomeriggio dell’ultimo giorno di festa; in piazza della Madonna veniva allestito un palco e lo spettacolo richiamava tutto il paese; la morte, impersonata da un uomo alto vestito di nero e con lo scheletro disegnato addosso, tagliava ccn la falce fienaia la testa al Carnevale; poi, dopo un rinfresco comune, bruciavano un fantoccio di paglia vestito con abito e cappello. (Proposto fino al 1970).
Dolci (strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

S. LORENZO
Passato
Non rilevata alcuna azione di festa.
Dolci (strufoli con miele e castagnole con zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

ZANCONA-MACCHIE
Passato
Iniziava il giorno successivo la Befana.
Feste da ballo con mascheramenti di donne e uomini; durante quella dell’ultimo giorno, gli uomini si battevano un baccalà sulle spalle, fingendo di morire come il Carnevale. Facevano anche le “satire” e spesso per queste si picchiavano; alle ore 24 la festa si interrompeva. Dolci (strufoli con miele e biscotti salati)
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

SALAIOLA
Passato
Feste da ballo e mascheramenti di uomini e donne con inversione dei sessi.
Morte del Carnevale nell’ultimo giorno: due uomini “insaccati” in larghe balle di canapa, mimavano un somaro che veniva contrattato tra il proprietario e un acquirente; questi ben presto litigavano e bastonavano il somaro: «prima di dartelo a questo prezzo lo ammazzo!» (rompevano con il bastone un fiasco vuoto tenuto nascosto sotto la balla). Tradizione interrotta nell’immediato dopoguerra.
Dolci (strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

STRIBUGLIANO
Passato
Feste da ballo e mascheramenti con inversione dei sessi.
Facevano le “satire” a donne e ragazze durante il ballo o nella strada.
Dolci (strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CASTIGLIONCELLO BANDINI (comune Cinigiano)
Passato
Festa da ballo e mascheramenti (gli uomini si macchiavano il viso con la fuliggin Dolci (strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

MONTICELLO AMIATA (comune Cinigiano)
Passato
Iniziava il giorno successivo la Befana.
Feste da ballo con pochi mascheramenti femminili.
Nell’ultimo giorno bruciavano un fantoccio di carta e stoffa, a forma umana, rappresentante il Carnevale (l’ultima volta nel 1936/37).
Dolci (Strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

ROCCALBEGNA
Passato
Serenate alla ragazze con orchestrine locali (suonatori banda municipale)
Rappresentazione “satire” e la “morte del Carnevale” con la bara, il soffietto per il rame(per dare l’ossigeno … ) nell’ultimo giorno.
Sempre nello stesso giorno, durante la festa da ballo, un gruppo di giovani si addobbavano con rami di cipresso per simboleggiare la morte; al Piazzone, poi, bruciavano un fantoccio di paglia vestito da uomo. La campana che suonava a mezzanotte scioglieva i gruppi.
Dolci (strufoli)
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

S. CATERINA
Passato
Feste da ballo e mascheramenti. Dolci (strufoli con miele o zucchero).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

VALLERONA
Passato
Feste da ballo e mascheramenti
Rappresentazione delle satire da parte di un gruppo di uomini mascherati guidati da “Turchetta” il quale portava al collo una resta di aglio o di cipolla e filze di fichi secchi e noci; le vittime erano: il padre severo, l’avaro, l’ubriacone, i fidanzati e altri; spesso scoppiavano liti tra il gruppo, i parenti o gli stessi destinatari delle satire. Tradizione interrotta nel 1940.
Dolci (strufoli).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CANA
Passato
Feste da ballo nelle case e mascheramenti.
Rappresentazione delle satire con il “Maccabeo”, un uomo vestito di nere pelli di capra, simile ad un grosso sci mm ione; questo veniva portato in giro per il paese da uomini con una zucca forata sulla testa; lo scimmione mimava gesti selvaggi e interrogato su fatti e persone, rispondeva con argute parole tra le risate generali. La tradizione del “Maccabeo” fu dapprima scoraggiata, poi proibita, negli anni del regime fascista.
Dolci (strufoli con miele).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

TRIANA
Passato
Non rilevata alcuna azione di festa.
Dolci (strufoli con miele e castagnole con crema e miele).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

SEMPRONIANO
Passato
Iniziava il giorno della Befana. Festa da ballo e mascheramenti.
Rappresentazione delle satire e morte del Carnevale durante il ballo dell’ultimo giorno; alcuni uomini portavano baccalà e zucche a tracolla e altri cantavano: «È morto il Carnevale, chi lo sotterrerà, la compagnia dei Gobbi … »
Dolci (castagnole e migliacci).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

PETRICCI
Passato
Inizia il giorno della Befana.
Feste da ballo pubbliche; alcuni si mascheravano con abiti del sesso opposto. A mezzanotte del Martedì Grasso suonava la campana.
Dolci (castagnole).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CELLENA
Passato
Anticamente, fino agli anni ’20, rappresentazione del Bruscello (” Arbruscello”). Feste da ballo e mascheramenti di uomini e donne.
Nell’ultimo giorno, il martedì, si svolgeva il “tiro alla gallina” con il fucile. Dolci (castagnole).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

ROCCHETTE DI FAZIO
Passato
Anni fine ‘800 rappresentazione Bruscello (soggetto biblico: Mosè) con partecipazione bruscellanti del luogo.·
Si mascheravano e ballavano nelle case. Il Carnevale iniziava il giorno della Befana.
Per Giovedì Grasso i ragazzi giravano il paese e con uno spiedo raccoglievano le offerte di carne di maiale.
Per Martedì Grasso chi veniva trovato a lavorare veniva preso, legato, processato e condannato alla pena di pagare vino per tutti.
Dolci (migliacci e castagnole).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

CATABBIO
Passato
Iniziava il giorno della Befana. Feste da ballo.
Dolci (migliacci, cannoli, castagnole).
Presente
Nessuna azione di festa, solo i dolci.

Da Venerio
Aurelio Visconti
piccolo hotel aurora
ARS fotografia
Banca Tema