Piancastagnaio: chiude lo storico bar delle Tre Case

bar tre case piancastagnaioUn’altro pezzo di storia Amiatina che finisce. Sì, perché da oggi primo marzo, chiude definitivamente i battenti, ”lo storico bar delle Tre Case”, per tutti il bar di Silvano delle Case. Un bar, che proprio quest’anno, ha festeggiato 70 anni di attività, visto che gli allora suoceri del barista, appunto nel 1947, avevano aperto una osteria, sulla strada provinciale che collega la frazioncina di Piancastagnaio (circa 300 abitanti) a Grosseto e trasformato nel 1954, nell’attuale bar. Dietro il banco della mescita, sempre loro, Silvano Bensi, classe 1938, e Rosanna Mambrini, più giovane di un’anno. Il bar di Silvano, ha rappresentato un punto di riferimento nell’Amiata, non solo per gli abitanti della frazione, ma lì, fino a ieri, si sono ritrovati cittadini di Piancastagnaio, di Santa Fiora, del Saragiolo, di Abbadia San Salvatore.

Lì, per anni, si sono riuniti i ”fesataioli della sagra del Crocifisso”, e sopratutto, i partecipanti del corteo della famosa Befana delle Tre Case, che proprio nei locali del bar, si preparavano, vestendo i tradizionali costumi, e poi tornavano, nella notte per consumare la grande cena, preparata da Silvano e Rosanna, con lo stesso barista protagonista della Befanata più antica dell’Amiata. Un bar, dove si sono incontrate tante generazioni, dove i minatori del Siele, che percorrevano a piedi e in bicicletta, la vecchia strada per recarsi a lavorare in miniera, si fermavano, in quella che si chiamava osteria ”pietrona” per dissetarsi con il tipico quartuccio di vino. Sono trascorsi tanti anni, e Silvano con la consorte Rosanna, hanno deciso, loro malgrado di dire basta, anche se, l’emozione è tanta. Lunedì sera, hanno voluto salutare tutti i loro clienti ed amici, con un grande rinfresco, la cui preparazione, è stata affidata a figli e nipoti: e proprio loro hanno voluto scrivere un grande cartello: ”1947 2017″. Un bel traguardo, un bel record. E di traguardo, Silvano anche per un bel motivo, che ci racconta lui stesso ”Posso dire che in questi lunghi anni di gestione di questo bar, non sono mai successe risse o situazioni in cui si fosse reso utile l’intervento delle forze dell’ordine. Sono sempre intervenuto personalmente per calmare avventori un po’ facinorosi, in balia degli effetti di troppo vino. Solo una volta, che si stava creando un alterco tra due clienti un po’ brilli, intervenni, consigliando al primo di calmarsi, in quanto voleva che l’amico bevesse per forza un bicchiere di vino, e al no di questo, aveva mianacciato di tirarglielo in faccia. Dopo due volte che gli dissi di smettere e lui non mi dava retta lo presi di peso sulle spalle (Silvano ha una bella ”stazza” di fisico) lo portai di peso fuori dal locale, dove smaltire, al freddo amiatino, gli eccessi dei fumi dell’alcool”. Rosanna, la moglie, protagonista assieme al marito di questa bella avventura, durata 70 anni per lei, in quanto da piccola già era attiva nell’osteria dei genitori, guarda per l’ultima volta quel mondo, il suo mondo, dove tutti hanno avuto modo di conoscerla, e guarda il suo Silvano, che conobbe proprio in quell’osteria, perchè lui vi andava apposta per lei. Ma ora è tempo di dire stop, e dedicarsi ai nipoti e alle proprie persone care.

Da Venerio
Aurelio Visconti
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