Piancastagnaio: quei due alberi, ai quali furono impiccati Libero e Florindo, sono sempre verdi

DSC_0321Uno dei più efferati delitti di regime, nella primavera del 1944, coinvolse drammaticamente, la mattina  dell’8 Marzo 1944, Piancastagnaio e la sua comunità. Libero Stolzi e Florindo Guerrini, due ragazzi non ancora ventenni, catturati e uccisi nella frazione del Saragiolo, furono orrendamente seviziati e impiccati a due giovani alberi alla fine del paese ed esposti ad  una  macabra e lugubre visione per molte ore. La loro tragica vicenda si unì alle tante storie di eccidi e stragi compiute dai nazifascisti all’alba della liberazione dalla tirannia. Per anni, all’indomani della ritrovata libertà, in paese si è continuato, proprio nella giornata dell’otto marzo, anch’essa giornata di riflessione sulla libertà, in questo caso dei diritti della  della donna, a ricordare e rendere omaggio a questi due eroi, proprio lì, dove sono ancora i due alberi che, nonostante il cruento sacrificio dei due ragazzi, ogni anno a primavera fioriscono dando con il loro sempre verde colore, segno di speranza e pace nel futuro. Ogni anno, dicevamo, un corteo con alcuni dei familiari ancora in vita, le organizzazzioni politiche e l’Anpi locale si reca al cippo dove sono le fotografie dei due giovani, per deporre un mazzo di fiori e ascoltare un discorso celebrativo da parte di un rappresentante dell’Anpi. Per dovere di cronaca, dobbiamo dire, che la manifestazione da qualche anno era stata spostata alla data del 25 aprile, ricorrenza nazionale.

Purtroppo, nel 2015  e 2016 la commemorazione di Stolzi e Guerrini è stata seguita da alcune polemiche sfociate nel 2015 in azioni legali, che hanno visto protagonista l’amministrazione comunale Pianese, guidata dal sindaco Luigi Vagheggini ed esponenti politici locali, compresa l’Anpi del paese. Lo scorso anno, la polemica creò un caso nazionale, quando, dopo ripetuti incontri, tra la delegazione dell’Anpi di Piancastagnaio e il sindaco Luigi Vagaggini, non si arrivò ad una decisione comune e la  manifestazione ebbe due risvolti. Il sindaco si recò, al mattino del 25 aprile, presso il monumento ai caduti di tutte le guerre presso i giardini pubblici, accompagnato da due sole guardie comunali con indosso la fascia tricolore e depose la corona di alloro. Cosa che ripetè, successivamente, recandosi al cippo dei due partigiani morti, facendo un breve momento di silenzio, e deponendo la corona. Alcune ore dopo un corteo di 200 persone si recò al cippo, cantando in più occasioni il canto partigiano ”Bella ciao”. Già, perchè proprio il canto ”Bella ciao”, era stato il motivo di tanto risentimento. Proprio il sindaco Vagaggini, infatti, aveva fatto affiggere una sua propria ordinanza ”in cui vietava l’esecuzione dei canti patriottici e partigiani” con particolare riferimento al canto ”Bella ciao”; Di più, aveva minacciato di uscire dal corteo a cui avrebbe dovuto partecipare, se avesse sentito cantare ”bella ciao”. Cosa che l’Anpi, non avrebbe potuto rispettare, in quanto il canto partigiano è il simbolo proprio della festa del 25 aprile. Un caso, come dicevamo, che fece il classico ”giro d’Italia”, finendo anche nelle aule parlamentari. Quest’anno, dunque, si ritorna alla celebrazione nel giorno del suo anniversario e questo è il programma che l’Anpi ha reso pubblico: ore 17,45 concentramento dei partecipanti in Piazza Giacomo Matteotti (piazza dell’orologio), corteo lungo Via Garibaldi e Via Florindo Guerrini e deposizione della corona floreale al monumento ai partigiani.

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