Poesie d’amore di Mena De Luca

Tre poesie di Mena De Luca che oscillano fra silenzi e parole d’amore. Credo sia questo il filo rosso unitario che attraversa l’ispirazione di tre componimenti che hanno rose-2831613_1280
tematiche diverse ma accomunate dallo stesso pudore, dalla medesima riverenza e rispetto per la parola, dalla identica voglia di pronunciarla. Si comincia dalla prima poesia con quel “bacio sulla punta delle dita” che da solo dice tutto l’amore possibile per un uomo e un sogno di “primavera di amore”. Mena de Luca non aggroviglia parole, ma con pochi tocchi ti presenta immagini che sono sentimenti potenti e attesa silenziosa di uno scambio: “non ti tocco, neppure per darti la mano”. Silenzi e parole, dunque, come nella seconda poesia dedicata all’ispirazione poetica, anzi, all’attesa di essa: “Aspettavo, lealmente, in silenzio”. In questo caso c’è la pena del silenzio e la gioia incontenibile dell’ispirazione ritrovata. Il duetto silenzi- parole, vuoto – pieno, si rintraccia anche nel terzo componimento: “…troppo aspra di voci…”, un segmento di verso che sintetizza le angosce interiori che cozzano con le frivolezze del mondo. E c’è una ricerca di quiete, di silenzio, appunto, questa volta consolatore: “…e poi l’autunno dalla fioca luce”. Le strofe, liberamente orchestrate, che seguono sempre i ritmi del cuore e sono come respiri o singhiozzi o pause, incamerano anche il titolo che fa parte, di diritto del corpo stesso del testo. F.B.

 

 

 

 

 

L’amore del silenzi

 

Mi è venuto in mente

che prima di incontrarti

ti avevo visto in un sogno;

 

cogli occhi tuoi dolci

di fanciullo invecchiato,

con le tue mani

calde di lavoro,

con il tuo corpo

ingombrante come una

carezza, desiderata;

 

vieni, vieni più vicino,

non aver paura,

non ti colgo, primavera

di amore,

non ti tocco,

neppure per darti la mano.

 

No, non ti distraggo

dalle tue quotidiane

abitudini, dal tuo matrimonio

con la società. Ti amo

nell’impossibile, in silenzio,

bambino mio che

già ami, che già mi vuoi,

che già non pensi

al male che sapremmo fare.

 

Ti bacio sulla punta

delle dita, amore.

 

( Sinalunga, 18- 02 – 2016)

 

 

 

 

 

 

La gioia del poetare

 

Oggi mi libero della pena

di aver fatto a meno

della poesia per tanto tempo.

 

Aspettavo il giorno dell’ispirazione,

il giorno del segreto colloquio

con me stessa, e non

arrivava mai. Aspettavo,

lealmente, in silenzio

per non illudere nessuno

su una verità che

non aveva urgenza

di venire alla luce.

 

Ora son pronta e sorrido

di tanta pena inutile,

dell’angoscia per il lungo

silenzio, e vivo

 

nella gioia

del mio poetare.

 

( Sinalunga,14- 03- 2016 )

 

 

 

 

 

Tristezza di una sera d’estate

 

Questa pioggia estiva

ora mi scende lieve

sul cuore;bagnando

soltanto le zolle;

ora col suo portato

di grandine e tempeste

mi trascina tra

giardini feriti e campagne,

colpiti dalla natura della

stagione. Intanto così

si annunciano ai miei sensi

il settembre che presto

verrà, e poi l’ autunno

dalla fioca luce.

 

Tristezza di una sera

d’estate, troppo aspra

di voci per il mio cuore,

troppo aspra di sentimenti

di mondo per il mio pensiero.

 

( Sinalunga, 28 – 07 – 2016 )

 

Filomena De Luca

Da Venerio
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