Le cadavre exquis (Il cadavere squisito)
Parigi, primo trentennio del XX secolo, la capitale della cultura già da tempo, vi confluiscono filosofi, letterati, artisti, giornalisti, da tutto il mondo perché trovano l’ambiente ideale per le loro preziose ricerche, ognuno della propria disciplina, che cambieranno, rivoluzionandolo in meglio, il sapere.
A queste novità concorre, nel suo piccolo, un curioso passatempo che verrà chiamato “Il gioco del Cadavre exquis”. Inizialmente consisteva in un foglio di carta su cui ogni giocatore componeva una frase senza che nessuna degli altri giocatori (generalmente quattro o cinque) potesse conoscere quanto scritto dal precedente in quanto il foglio veniva piegato o arrotolato alla fine di ogni intervento. L’esempio che ha dato il nome al gioco, diventato classico, si riferisce alla prima frase ottenuta in quel modo: “Il cadavere-squisito-berrà-il-vino-nuovo”.
La sera, infatti, dopo aver cenato stando seduti intorno al tavolo, gruppi di queste persone si divertivano con questo gioco componendo frasi finché non lo applicarono anche al disegno in bianco-nero o colorato e, visto il risultato caratterizzato da freschezza inventiva e spontaneità, meravigliati e coscienti della originalità che ne scaturiva, diventò virale. Molte delle personalità della cultura letteraria e dell’arte figurativa vi si dedicarono. Tra queste ricordiamo: André Breton, Pablo Picasso, Paul Eluard, Marcel Duhamel, André Masson, Max Ernst, Man Ray, e tanti altri. Così scrive André Breton:
“Il cadavre exquis ha, se ben ci rammentiamo, e se osiamo dire così, preso origine verso il 1925 nella vecchia casa, ora distrutta, del numero 54 della Rue du Chàteau. Là, molto prima di dedicarsi allo studio delle prospettive della letteratura americana, Marcel Duhamel ricavava dalla sua partecipazione abbastanza fantasiosa (ma di stile elevato) all’industria alberghiera, di che ospitare in pianta stabile i suoi amici Jacques Prèvert e Yves Tanguy, che ancora non eccellevano se non nell’arte di vivere e di vivificare tutto ciò che li circondava con le loro battute di spirito. Anche Benjamin Peret fece un lungo soggiorno presso Duhamel. Il non conformismo assoluto, la più generale mancanza di rispetto erano di rigore, lo spirito più sbrigliato vi regnava. Il tempo era dedicato sempre al piacere e nient’altro. Ogni sera, o quasi, ci vedeva riuniti intorno ad una tavola, dove il Chàteau-Yquem non sdegnava di fondere la sua nota soave a quella, in altro modo tonica, di ogni altra sorta di vini.
Quando la conversazione sui fatti della giornata o su proposte d’interventi divertenti o scandalosi nella vita del nostro tempo, cominciava a perdere interesse, avevamo l’abitudine di passare a dei giochi, giochi scritti prima di tutto, combinati in modo che gli elementi del discorso più paradossale possibile e in maniera che l’umana comunicazione, deviata all’origine, offrisse allo spirito che la registrava il maggior numero possibile d’avventure. A partire da quell’istante nessun pregiudizio sfavorevole, tutt’altro, sorgeva nei confronti dei giochi dell’infanzia per i quali ritrovavamo, benchè sensibilmante accresciuto, lo stesso fervore di un tempo. Ecco perché, indotti a rendere conto di ciò che le nostre esperienze in quel campo, avevano avuto di sconvolgente, ai nostri occhi, non abbiamo avuto difficoltà a convenire che il metodo del “Cadavre exquis” non differiva sensibilmente da quello dei “bigliettini”. Nulla fu poi più facile che adattare questo metodo al disegno, utilizzando lo stesso sistema di piegare e nascondere […]. Con il Cadavere exquis abbiamo avuto – infine – a nostra disposizione il mezzo per mettere a riposo lo spirito critico e dare libero sfogo all’attività metaforica dello spirito”.
In questo modo gli artisti avevano trovato il carburante giusto per alimentare il motore della fantasia che li portava a immergersi totalmente in un mondo da sogno, fantastico, quello del Surrealismo.
P.s. Ancora oggi a Napoli si gioca ma con il nome di ’O cantariello’ (il vaso da notte), perché tutte le frasi confluiscono dentro un vaso da notte disegnato). Infatti si ritorna all’origine con il gioco fatto con frasi scritte. Ci ho giocato spesso anch’io, da ragazzo, con amici che studiavano nella Città campana dove lo avevano imparato.
Exquisite Corpse (tre disegni separati qui messi insieme)
Man Ray, Joan Mirò, Max Morise, Yves Tanguy, 1928
Giombattista Corallo