La centrale geotermica Castiglion d’Orcia non si farà

17-geotermia-e-natura-ridLa centrale geotermica a ciclo binario denominata Castiglion d’Orcia, proposta dalla società Tosco Geo srl, non si farà. La giunta della regione Toscana ha dato parere negativo al progetto che prevedeva l’esplorazione e la ricerca di fluido geotermico in un territorio compreso fra San Quirico d’Orcia, Vivo d’Orcia, Pescina e Altori nel comune di Seggiano, comune dove era prevista la centrale. In questo crocevia di eccellenze ambientali, infatti, sarebbe potuta sorgere una centrale geotermica, ma la regione stavolta ha detto no.

“Un segno che fa ben sperare anche per altre centrali similari come Monte Labro e Montenero – afferma molto soddisfatto Giampiero Secco, sindaco di Seggiano – perché questa decisione dimostra che la regione riconosce che non tutti i territori sono idonei per lo sfruttamento geotermico che implica delle infrastrutture industriali di un certo peso. E poi, diciamolo chiaramente, un dispiegamento di forze anche economiche fuori misura, per una centrale a media entalpia la cui validità è assai discutibile”. Secco, che è un ingegnere chimico, entra anche nei dettagli: “La perforazione che viene fatta all’inizio- dice – è propedeutica all’impianto e serve anche per dimensionarlo. Poi pozzo esplorativo e infine centrale. Opere che costano fior di milioni con ricadute energetiche assai discutibili. Insomma, il gioco non vale la candela”.

Cosa che devono aver pensato anche in Regione. La delibera di giunta si rifà anche al precedente parere negativo di compatibilità ambientale per il rilascio di un nuovo permesso di ricerca geotermico denominato “Seggiano”, nei comuni di Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso e Castiglione d’Orcia richiesto dalla società Vega Engineering. Nella delibera compare anche un passaggio che fa ben sperare per la sorte degli altri permessi di ricerca su cui le istituzioni, con i comitati e i cittadini stanno opponendosi da anni. La delibera ricorda infatti che è possibile “un ulteriore sviluppo della geotermia in Toscana, solo a condizione di assicurare un impatto ambientale complessivo migliore di quello garantito con le ultime autorizzazioni uniche rilasciate in materia, precisando che ciò vale in particolare per il territorio dell’Amiata dove il riassetto della concessione di Piancastagnaio e la nuova centrale denominata Bagnore 4, hanno portato la potenza complessivamente installata attorno ai 100 MW fissando un punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa con le tecnologie oggi impiegate e la vocazione socio economica dei territori”.

 

Da Venerio
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