Abbadia Futura si interroga sulla riduzione del bacino acquifero dell’Amiata

torrente sorgenteIl bacino acquifero dell’Amiata si è ridotto notevolmente. Si parla del 40-50% in meno delle sue portate. Quali le cause e le concause?

Definito “strategico” dalle massime autorità per la tutela delle acque, l’acquifero del M. Amiata è il corpo idrico più importante della Toscana con circa 700.000 utenze. Le sue riserve idriche si sono notevolmente ridotte e l’abbassamento della superficie di falda è stato confermato anche dal piezometro realizzato nel 2011 dalla Regione Toscana in loc. Poggio Trauzzolo (S. Fiora).
A partire dal 2001 la Regione Toscana aveva avviato una serie di indagini e studi per la redazione del “Bilancio idrogeologico delle acque sotterranee e superficiali del M. Amiata a seguito di una accertata diminuzione degli acquiferi. Gli studi non sono mai stati completati, né approfonditi lasciando aperti interrogativi sulle reali cause o concause del depauperamento dell’acquifero. La tesi che le oscillazioni della falda siano legate soltanto ai mutamenti climatici e alla diminuzione delle piogge e dei fenomeni nevosi risulta scarsamente attendibile ed oltretutto contraddetta dalle abbondanti precipitazioni di alcuni anni.
I rischi per l’acquifero del Monte Amiata sono altissimi. Allarmanti le conclusioni della relazione regionale del 2007 per la definizione del bilancio idrico dove si legge che “occorre introdurre, tra i parametri in “uscita” l’estrazione di vapore per la produzione di energia geotermoelettrica. L’ing. Pizzi, in una relazione del 1998 su incarico dell’Acquedotto del Fiora, quantifica in 250 l/sec la portata che dall’acquifero superficiale va ad alimentare il campo geotermico. Allora erano in funzione 4 centrali Enel con una produzione non superiore a 60 MW; ora abbiamo 120 MW, funzionanti a pieno regime per cui è da ritenere che il consumo sia decisamente superiore, 500 l/sec.
In questi ultimi giorni è allarme per una delle sorgenti della montagna. La sorgente dell’Ermicciolo a Vivo d’Orcia, che dai primi anni del Novecento disseta anche la città di Siena. La portata è sensibilmente diminuita (35%) e è stato interrotto il deflusso verso il torrente Vivo, con gravissimo danno per il “magico” laghetto dello Scodellino e ripercussioni ambientali e economiche (turistiche) irreparabili.
In una situazione già così critica e compromessa come può la Regione Toscana soltanto pensare di raddoppiare la produzione geotermoelettrica sul M. Amiata. Continuando a far finta di niente oppure riaffermando il suo ruolo di tutela delle risorse idriche e ambientali?  L’energia possiamo produrla in altri modi, non certo l’acqua!

Cinzia Mammolotti
Rosario Castro
Lista civica “Abbadia Futura”

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