Cannabis terapeutica, utilizzare gli spazi del CeMiVet: il Consiglio regionale dice sì all’unanimità

cannabisUtilizzare spazi e strutture del Centro militare veterinario di Grosseto per aumentare la produzione di cannabis terapeutica con la supervisione dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Questa l’impegnativa della mozione presentata dal capogruppo del Partito Democratico e approvata all’unanimità dall’aula del Consiglio regionale.

“Il Centro militare veterinario di Grosseto ha le caratteristiche logistiche, grandi estensioni di terreni coltivabili e meteo-climatiche ideali per diventare il polo di coltivazione della cannabis terapeutica ospitando anche i laboratori chimico farmaceutici per prima trasformazione e confezionamento – spiega Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana –. Questo permetterebbe di superare, almeno in parte, le difficoltà di approvvigionamento con le quali si scontrano di migliaia di pazienti in tutta Italia.

Il successo terapeutico della cannabis per combattere dolore neurologico e profondo, contrastare gli effetti della chemioterapia e crisi epilettiche sta provocando una seria difficoltà nel reperimento dei principi attivi ricavato dalla marjuana, che nel nostro Paese può essere prodotta solo dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, pronto a decuplicare la produzione per far fronte alla richiesta crescente. Negli ultimi anni, infatti, la domanda di principi attivi è cresciuta di 100 kg all’anno, con una previsione di 350 kg consumati a consuntivo 2017, e di 500 kg per il 2018. Questo richiederà investimenti significativi in serre e laboratori, il Centro militare veterinario di Grosseto ha condizioni necessarie a rispondere a queste esigenze.

“Ringrazio i colleghi consiglieri per aver accolto questa mozione, che nasce dalla proposta congiunta avanzata ad inizio gennaio insieme a Luca Sani – prosegue Marras –. Diamo così un indirizzo chiaro alla giunta regionale che potrà valutare concretamente, insieme alle diverse istituzioni coinvolte, la possibilità di destinare questi spazi ad una nuova attività. In linea, del resto, con quando fatto già dal 2012 con la regolamentazione (prima regione in Italia) dell’utilizzo della cannabis terapeutica e, successivamente, con il protocollo d’intesa con Icfm, Università e Fondazione Toscana Life Science”.

“L’obiettivo principale – conclude Marras – è garantire soluzioni ai problemi dei pazienti che con la cannabis terapeutica curano i dolori cronici e neuropatici, oltre a quelli derivanti da altre patologie come cancro, Sla, sclerosi multipla, alcune neuropatie. È importante però anche ragionare in prospettiva e pensare, ad esempio, che l’ipotetico nuovo polo possa diventare anche centro di formazione per medici e farmacisti specializzati nella preparazione di medicinali a base di cannabis”.

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