Castiglione d’Orcia terra di confine per l’emergenza sanitaria

Medici e rappresentanti delle istituzioni discutuno sul web evidenziando i problemi della zona nei casi di emergenza.
I mezzi di soccorso impiegano molto tempo a raggiungere le aree periferiche del vasto territorio castiglionese.

castiglione-orciaSul tema, non nuovo, della tempestività dei soccorsi in caso di emergenza sanitaria a Castiglione d’Orcia, interviene il dottor Arturo Dinetti, medico in pensione (per anni è stato stimato chirurgo, prima a Montalcino, poi al Pronto Soccorso de “Le Scotte” e in una clinica senese). Lo ha fatto scrivendo un post nel gruppo social “Sei di Castiglioni se…” riferendo di un’altra emergenza – la quarta in cui si trova coinvolto con paziente a terra, o casualmente o perché chiamato dai compaesani – “nella quale sono intercorsi 32 minuti fra la chiamata telefonica e l’arrivo dell’ambulanza (con successiva discussione su dove portare il paziente)”. “Nei casi di urgenza – scrive Dinetti – si tende a non superare per l’arrivo dei mezzi di soccorso gli otto minuti nei centri urbani ed i venti per le zone extraurbane. Se la chiamata è codificata dal 118 come codice giallo o rosso questa è la tempistica prevista a livello nazionale e compresa nei Livelli Essenziali di Assistenza che ciascuna Regione è chiamata a garantire”. Non c’è – da parte di Dinetti, che lo precisa – nessun atto di accusa nei confronti di medici, infermieri e soccorritori intervenuti nelle varie occasioni. I Punti di Emergenza Territoriali (pet) più vicini si trovano a Montalcino ed Abbadia San Salvatore; il territorio comunale castiglionese è assai vasto – 142 chilometri quadrati – con la popolazione disseminata in paesi, nuclei minori e molte case sparse (oltre 400 i residenti nelle campagne su meno di 2300 abitanti). Considerata la conformazione geomorfologica del territorio e delle strade sembrerebbe funzionale all’efficienza avere una teorica suddivisione del Comune: la parte sud, con Vivo, Campiglia d’Orcia, Bagni San Filippo (e, forse, la zona di Gallina) più prossimi ad Abbadia San Salvatore; a nord Castiglione, Rocca, Poggio Rosa, Monte Amiata Scalo a Montalcino. Eppure più d’uno rileva che, nelle emergenze, è più facile vedere a Castiglione un’ambulanza di Abbadia. E se qualcuno osserva che 32 minuti sono davvero troppi per un codice giallo o rosso (Daniele Voltolini), qualcun altro ricorda che in passato si sono fatte lotte per mantenere presidi ospedalieri non pienamente attrezzati senza prendere in considerazioni l’ipotesi di un elisoccorso a disposizione di un’ampia zona rurale e montana (Alessandro Andreini), mentre un ex assessore comunale, Maurizio Formichi, ricorda di aver fatto questa proposta molti anni fa, in una riunione di zona, subendo una sorta di linciaggio verbale ancora ben impresso nella sua memoria. Il sindaco Claudio Galletti, è intervenuto, dicendo che è opportuno fare ogni possibile tentativo per avere servizi migliori e più tempestivi. Ha ricordato due sue esperienze dirette, una a Firenze ed una casalinga: in entrambi i casi l’arrivo dell’ambulanza è avvenuto dopo circa un’ora dalla chiamata. Magari non era un emergenza estrema, ma l’attesa è apparsa assai lunga a chi era sofferente ed in attesa di essere assistito. È possibile, dunque, che la questione sia portata nelle sedi istituzionali preposte, per capire se esistano margini per meglio codificare le aree di intervento dell’emergenza sul territorio comunale.

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