Floramiata protagonista di un docufilm

FloramiataFloramiata, l’azienda florivivaistica amiatina che mesi fa fu dichiarata fallita, sta rialzando la testa lanciando novità interessanti per il mercato: castagni e noccioli certificati, ad esempio.  Il pool di aziende che dallo scorso aprile l’ha rilevata (Tesi, Barile, Findeco, Lms energia, Bisceglia) stanno ottenendo risultati lusinghieri: “C’è ancora da fare tantissimo – dice l’amministratore delegato Marco Cappellini -. Sebbene aiutati dai crediti d’imposta, abbiamo chiuso il bilancio  con 568.000 euro di utili e speriamo di raddoppiarli il prossimo anno. Risultato mai registrato negli ultimi anni. Stiamo lavorando a 360 gradi: investimenti, produzione, marketing, legame col territorio, qualità ambientale. Una strada impervia ma su cui ci siamo inoltrati con grande entusiasmo. Stiamo ristrutturando ciò che c’è di obsoleto, abbiamo personale qualificato e dai 78 addetti iniziali ritornati in azienda dopo il fallimento, siamo arrivati a 108.  Molti sono giovani. Nemmeno una ventina dei vecchi operai sono rimasti fuori. Non perché ci sia una “lista nera”, ma perché abbiamo scelto in base a valutazioni di opportunità professionale.. Avevamo – dice – 380 clienti in partenza. Oggi sono 700 e stiamo facendo venire clienti esteri per invogliarli a acquistare. Abbiamo buoni rapporti con l’Olanda e le fiere in quel paese, e utilizzeremo per l’estero il marchio Floramiata. Stiamo risistemando 7 ettari di vivaio esterno e ci lavoreranno sette persone in più. ”. Pur con qualche difficoltà, Floramiata comincia a vedere la luce. Una grande speranza per la montagna, che ha visto in Floramiata l’ancora di salvezza dopo la riconversione mineraria. Una grande realtà aziendale, oggi salvata, se vogliamo dal calore geotermico che le arriva a costi bassi, permettendo di lasciare molti competitor col cerino in mano. 127 ettari di estensione aziendale e 27 (tutta la parte coperta) riscaldati col calore geotermico. 3 milioni di piante ornamentali di origine tropicale ogni anno per 60  specie coltivate e quasi 5 milioni di talee radicate ogni anno. Per riscaldare i capannoni e mantenere la temperatura a 25 gradi occorrono 114milioni di kWh di apporto energetico geotermico. 9.570 le tonnellate di gasolio risparmiate pari a al 9,3% dell’intero fabbisogno della provincia di Siena. Ma quel che è fondamentale sono le 600 tonnellate di CO2 catturata dalle piante pari a quella fissata da 55 ettari di castagneto. Il calore – spiega Cappellini – è per noi indispensabile e siamo vicinissimi al carbon free. Ciò che i macchinari producono di Co2, lo azzerano le piante che coltiviamo”. Il direttore tecnico di Floramiata, l’agronomo Enrico Barcella, che ha lavorato a lungo in Rai con Linea Verde, mostra le piante coltivate da Floramiata. Le accarezza, spiega la maniera di riproduzione, illustra la disposizione dei capannoni: ”Floramiata – dice – è il più grande produttore italiano di Spatifillum che non conosce stagionalità”. Barcella accarezza i tronchetti della felicità, le felci, la zamioculcas o pianta di Padre Pio, l’Anturium la Dipladenia, la Dracena e la Maranta. E le stelle di Natale che attendono il dicembre per la fioritura. Un’esplosione di colori e di verde, nel tepore uniforme dei capannoni.  Piante verdi i fiorite, piantine nella nursey e quelle già adulte. “Ma la nuova attività è il castagno – dice – e il nocciolo garantiti nella loro appartenenza varietale. Cosa che per adesso non c’è sul mercato. E speriamo a breve di fornire una app che indichi di preciso di quale luce devono godere le piante”. 

Venerdì 31 agosto, alle 20,30, Floramiata sarà protagonista ne “L’Isola del Cinema”, rassegna cinematografica all’Isola Tiberina di Roma, che per l’occasione diverrà “L’Isola Green – Geotermia sull’Isola Tiberina”. Due i filmati inediti: il cortometraggio “Earth Generation” prodotto da Floramiata con la regia di Pierpaolo Camilli; una storia esemplare con protagonista il lavoro nella regione dell’Amiata dove centinaia di minatori all’improvviso persero il lavoro, ritrovandolo solo grazie a Floramiata riscaldata dal calore geotermico. Poi il docufilm “Energia libera tutti” prodotto da Co.Svi.G  (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche) ed Enel Green Power con la regia di Bruno Santini e Leonardo Scucchi che documenta l’attuale sviluppo economico nella stessa regione dell’Amiata, dove il calore geotermico può essere il motore di imprese verdi.

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