Incanti notturni

25465008Scrivere degli “Incanti Notturni” è difficile:

gli “Incanti Notturni“”non sono solo uno spettacolo.

Non sono solo una passeggiata.

Di sicuro non sono un Festival.

Sono un’ esperienza umana, la celebrazione della creatività insita in ognuno,

un luogo d ‘incontro, un laboratorio, a volte una terapia di gruppo.

Sicuramente sono un evento profondamente ed intimamente culturale.

E di questo, il pubblico ha una profonda percezione:

Non conosce il lavoro di mesi che sta dietro a questi due giorni, non ha idea delle innumerevoli passeggiate per il borgo a decidere il percorso, delle riunioni in cui i soci e amici lasciano andare a briglia sciolta le idee intorno al tema dell’anno,

non sanno il fermento e la luce che si accende in ognuno di loro quando ha trovato la chiave del proprio contributo artistico.

Non conosce la fatica di pulire le strade, per giorni, in tutti quegli angoli in cui gli spazzini non arrivano, di portare sù e giù scale, oggetti scenici , non sospetta che ci sono litigi, discussioni, paura di non avere i soldi a sufficienza per pagare le spese di viaggio di chi arriva da lontano o per il vitto per tutte le persone coinvolte.

Eppure, mentre cammina per i vicoli, non importa che sappia, perché sente.

Sente con le orecchie, e sa che stare in silenzio è bene. Sente con lo sguardo attento e disponibile. Sente con l’anima che predispone ad accogliere tutti i regali che gli vengono offerti.

Sente di essere accolto, voluto bene, rispettato. E di conseguenza accoglie, vuole bene, rispetta.

Durante gli „Incanti Notturni“ ci sono artisti di fama, conclamati e dalla lunga carriera alle spalle che si esibiscono accanto ed insieme agli amatori, e nessuno li distingue.

Raccogliamo infinitamente meno spazzatura dopo gli spettacoli che prima.

Ci vengono regalati vino, olio, cibo e offerte case per far alloggiare gli artisti.

I pochi abitanti rimasti a Montelaterone aspettano di rivedere il loro paese in una nuova luce, di lasciarsi sorprendere dall’angolino in cui siedono sempre, di scoprire un terrazzo che non guardano più da anni. Trovano chiavi, passano cavi della corrente dalla finestra, offrono cantine, guidano gli apecar.

Il vicino curdo offre al pubblico il thè chai.

Non riesco più a mettermi al di fuori di questo calderone creativo.

E non posso fare a meno di urlare, come tutti i coinvolti, che quello che succede per gli „Incanti Notturni“ è prezioso per l’umanità.

Quella che non appartiene al mondo delle ciffre e dei sondaggi, ma di quella che in prima persona respira, vive, sogna, crea.

Per questo vorrei che qualcun’ altro scrivesse degli incanti: qualcuno che non sappia, ma che percepisca.

E che possa raccontare la ricerca del sublime nella semplicità, della infinita bellezza dell’umana imperfezione !

 

Sarah Georg

Da Venerio
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