Le fiaccole accendono il Monte Amiata: una luce magica e antichissima celebra il nostro territorio

foto fiaccole 2005sera 035Il bello del periodo Natalizio è che, anche se passato, il solo ricordo continua a scaldare il cuore dei più: tutto assume ancora più valore, se ad accompagnare questo già magico periodo ci sono eventi unici ed affascinanti. Ed è questo che è stato e sempre sarà il Natale sul Monte Amiata: è quel Natale che parla di famiglia, di affetto, di tradizioni antiche che si fanno spazio tra generazione e generazione. E dunque, quasi come una favola, è suggestivo anche solo ricordare questo emozionante evento, anche per far sognare chi, dei pochi, non si fosse goduto lo spettacolo direttamente.

L’arrivo del periodo natalizio, sul Monte Amiata, profuma di tradizione e di magia: l’aria si fa densa dell’aroma della legna, del vin brulé, della polenta dolce di castagne, insieme alle tante altre prelibatezze della montagna e, come una realtà sospesa tra passato e contemporaneità, i paesi del Monte Amiata si preparano a celebrare un antico rito del fuoco, svelando il volto più intimo e affascinante di questa montagna che racconta saperi ancestrali e profuma di sapori senza tempo. Sono le ‘Fiaccole’ le protagoniste indiscusse del Natale amiatino, che celebrano una delle più antiche feste del fuoco italiane che nasce da una tradizione millenaria intimamente sentita e molto partecipata: sono, gli amiatini, “figli del fuoco”, figli di una montagna vulcanica che nelle sue viscere nascondeva lava incandescente, una terra che da sempre offre cibo e benessere. Una storia tanto complessa quanto estremamente passionale che qui vede legati indissolubilmente uomo e natura, in un dialogo talvolta difficile ma sempre pieno d’amore. E’ infatti quella montagna amata e sentita come madre, come presenza sacra, che viene da sempre celebrata. Il rituale è sempre lo stesso: appena cala la notte vengono accese le carboniere e le faville del fuoco, portatrici di speranza e di buon futuro, danzano libere verso il cielo scuro della notte, il calore vigoroso si insinua piano sotto le vesti, riscaldando l’anima nel freddo crepuscolo di dicembre; per le strade, canti armoniosi coronano la gioia e la serenità della gente che si ritrova nelle piazze a rinnovare il rito.

Quando si evoca questo magico culto delle Fiaccole non possiamo evitare di perderci  nella storia dei due paesi pilastri di questa affascinante ed antica tradizione: Abbadia San Salvatore e Santa Fiora.

 

È la notte della Vigilia di Natale, la notte di un’antica tradizione che si perde nel tempo ed Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata, torna a vivere la sua più bella e importante festa: è la notte delle Fiaccole. Tanto sacra da perdersi nella memoria, tanto antica da smarrirsi nella notte dei tempi, la sera delle Fiaccole non è solo un momento in attesa del Natale, non è solo il rinnovarsi di arcaiche liturgie tramandate di padre in figlio, di nonno in nipote, ma l’apice perfetto di un tempo incomparabile che è radicato nel cuore e nel sangue di ogni abitante di Abbadia. Infatti, la comunità durante tutto l’anno vive e attende la sua incantevole notte e celebra per un intero mese l’evento delle Fiaccole di Natale con “Abbadia Città delle Fiaccole”: durante questo periodo le Fiaccole vengono innalzate giorno dopo giorno, accompagnate da eventi, spettacoli, intrattenimenti, mercatini e moltissime altre iniziative che in questi giorni trasformano Abbadia in un autentico villaggio natalizio. Un Natale unico, che non si trova in nessun altro luogo al mondo. Tale tradizione sembra essere ben più antica del paese stesso. La storia maggiormente conosciuta di questa festa millenaria comincia nel periodo successivo alla fondazione del monastero (742 d.C.), quando per la vigilia di Natale gli abitanti dei villaggi vicini si riunivano intorno alla chiesa e davano fuoco a delle cataste di legna che bruciavano per tutta la notte.

La cerimonia si svolge ogni anno con un rituale tradizionale, magico ed affascinante. La lunga nottata inizia alle ore 18, in un momento intimo e spettacolare capace di radunare centinaia di persone: la Cerimonia di Accensione con la “Benedizione del Fuoco” che segna l’inizio della festa. La banda allora suona canti natalizi e la fiaccola davanti al Municipio viene accesa con il primo fuoco sacro. Questo è il segnale per tutti: da qui i Capi Fiaccola, con le loro torce divampanti, portano il fuoco che accenderà le altre decine di Fiaccole, pire di legna alte fino a sette metri, disseminate nel centro storico e in tutto il resto del paese. Uno spettacolo carico di poesia e suggestione. Quindi tra canti e musiche popolari, in una tradizione che si trasmette da migliaia di anni e concilia laicità e spiritualità, le Fiaccole iniziano a bruciare illuminando la notte e rendendo il Natale ad Abbadia San Salvatore un momento magico e indimenticabile. L’intero paese si ritrova nelle strade a celebrare, non solo il Natale, ma conoscenze e amicizie, mentre le cataste di legna bruciano fino all’alba e piccoli chioschi, organizzati accanto ai fuochi, offrono dolci tipici e vin brulé.

 

Arriviamo poi finalmente alla notte del 30 dicembre ed un altro paese si illumina del fuoco delle Fiaccole amiatine: siamo a Santa Fiora. Nei “terzieri” di Borgo, Montecatino e Castello, viene allestita una “carboniera” composta da una grande piramide di tronchi di castagno, alla quale viene dato fuoco al calar del sole: gli enormi falò bruceranno fino al 1 Gennaio per celebrale, in maniera propizia, la luce del nuovo anno. Punti di ristoro e degustazione di prodotti tipici, curati da associazioni paesane, vengono allestiti lungo le strade e le piazze per allietare i partecipanti durante la grande festa, il tutto condito da tanta musica e balli. A Santa Fiora la manifestazione, molto suggestiva, della fiaccolata si snoda sotto gli occhi sognanti del pubblico come un corteo di fiaccole ardenti che si snoda, secondo le gestualità originali, partendo dalla piazza principale del paese per le strette strade e i vicoli degli antichi terzieri, tutti corredati dalle caratteristiche “carboniere”, fino a confluire sotto il Portone di Palazzo Sforza, dove iniziano i festeggiamenti con la distribuzione della tipica polenta dolce, preparata con farina di castagne, che diventa simbolo di un’intera comunità.
Le sue origini risalgono all’epoca medievale, quando le fiaccole erano utilizzate per illuminare i sentieri che conducevano alla Pieve di San Giovanni, posta fuori le mura, in occasione della messa di mezzanotte della vigilia di Natale, ma la ritualità si colloca, più in generale, tra le feste del fuoco, simbolo del Sole, proprio nel periodo della sua massima crisi (solstizio invernale), per incoraggiarne la luce e il calore nella stagione dell’oscurità e del freddo, ma anche elemento di purificazione e fecondità.

 

Due tradizioni antichissime che, grazie al loro potere magico ed evocativo, ogni anno regalano emozioni e spettacoli unici. Se è vero che il Natale è quella festa dove le tradizioni e il passato tornano protagonisti, le fiaccole che si ripetono ogni anno, sia per gli abitanti che per i turisti che vi partecipano, rappresentano un momento estremamente particolare e intimo, dove lo spettacolo diventa sinonimo di un momento in cui celebrare, ora più di altri momenti, il senso di appartenenza ad un territorio a cui questi popoli devono molto.

 

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