Omofobia, una paura da sconfiggere

Omofobia. Paura dell’omosessualità, sia come timore ossessivo di essere o di scoprirsi omosessuale, sia come atteggiamento di condanna dell’omosessualità. Secondo la Risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia in Europa (2006), «l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza».

STOP OMOFOBIAIl 17 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Una data importante che nasce nel 2014 per iniziativa di Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie per ricordare la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità (17 maggio 1990).
A distanza di quasi trent’anni, l’opinione pubblica ha ancora bisogno di essere sensibilizzata sull’argomento, in Italia, in Europa e nel mondo.
Riconoscendo il diritto di uguaglianza e di libertà di ogni cittadino, l’Unione Europea ha varato nel 2007 la “Risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia in Europa” che, all’articolo 8, ribadisce espressamente l’invito “a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”.
Ad oggi l’Italia è la 32ma in classifica per quanto riguarda l’attuazione di politiche di uguaglianza che dovrebbero proteggere le persone LGBTI nonostante la legge sulle unioni civili, giovane e sicuramente incompleta: manca infatti una normativa che dia il pieno accesso a tutti gli istituti vigenti nel diritto di famiglia e delle persone, compreso il pieno riconoscimento dell’omogenitorialità. Per non parlare di normative che portino alla scomparsa di discriminazioni, di crimini e discorsi d’odio. Manca un’educazione alla sessualità che comprenda forme diverse dalla coppia uomo-donna e che garantisca a tutti il diritto all’autodeterminazione.

Gay Help Line ci offre alcuni dati sulla violenza omofoba in Italia constatando un incremento degli episodi di omofobia e ricatto e considerando che solo una persona su 40 pensa sia utile denunciare, specialmente i più giovani, che temono oltre alle discriminazioni anche la reazione della propria famiglia.

«Il dato che emerge maggiormente nell´ultimo anno, è il crescente livello di omofobia con un incremento del 2% (ora al 72%) ed un aumento del 4% (ora al 17%) dei ricatti a scapito delle persone lesbiche e gay non dichiarate – dichiara Fabrizio Marrazzo – Portavoce di Gay Center e Responsabile del Numero verde Gay Help Line – la comunicazione tramite social, rende sempre più facilmente rintracciabile l’orientamento sessuale degli utenti, potendo monitorare i gruppi di interesse, le amicizie, etc. , esponendo in questo modo le persone LGBT più facilmente alle violenze ed ai ricatti di singoli o gruppi».

Un altro dato che emerge è anche l’età sempre più giovane degli aggressori e ricattatori che in diversi casi sono anche minori.
Restano costanti i casi di genitori che non accettano l´omosessualità mettendo in atto maltrattamenti verso i figli, per almeno 400 casi l´anno. Come rilevato, anche in passato, nel 30% dei casi arrivano a segregarli in casa ed a sottoporli a violenze.

Dato allarmante è che ancora oggi il 15,1% degli italiani, ha una opinione estremamente negativa sulle persone LGBT, dichiarando di provare disgusto o che gli omosessuali sono contronatura.

 

 

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